Oggi, Yun lavora senza una formula o un processo prestabilito quando si tratta di creare un autoritratto. “Dipende”, dice. “Navigano tutti tra messa in scena e spontaneità poiché provengono dall’esplorazione che si sviluppa nella conoscenza di sé.” 回家 (huí jiā), una serie di autoritratti su cui Yun ha lavorato dal 2017 esplora il sé al suo livello più fondamentale: il modo in cui occupiamo lo spazio. “Il progetto mostra il processo del mio viaggio di transizione di genere, approfondendo il concetto di intimità e considerando il corpo come un luogo in cui abitare”. È stato sviluppato nelle diverse famiglie in cui Yun ha vissuto tra i Paesi Baschi e Madrid.
Sia che Yun scatti una foto nella sua camera da letto o in una galleria circondata da persone, l’energia dell’istinto e dell’esplorazione personale è sempre presente nell’immagine finale, senza una chiara indicazione di quanta pianificazione sia stata necessaria per realizzarla. “L’autoritratto mi permette di conoscere me stesso a un livello più profondo, è una pratica davvero curativa.” Non sorprende che la principale ispirazione del fotografo sia Robert Mapplethorpe, il cui portfolio era pieno di movimenti nel mezzo dell’azione, come un bacio.
I ritratti di Yun presentano lo stesso spirito di improvvisazione. La passione della manica tagliata esplora l’origine del termine “Cut Sleeve”, un eufemismo per le relazioni gay, che risale a una storia della dinastia Han. Con Yun che entra ancora una volta nell’inquadratura, la fotografia mostra la sua capacità non solo di giocare con le composizioni, ma di creare un’immagine con ogni strumento a sua disposizione, inclusa la sua stessa presenza.
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